04/08/2011 – Seconda giornata a Copenhagen


Manuel, il venderigolo!

Ed anche questa mattina ci si sveglia quasi all’alba (secondo i ragazzi) e ci si fionda al buffet per una bella colazione e per prepararsi i panini per il pranzo sempre gentilmente “offerti” dall’Ostello, poi di corsa in camera a lavarsi i denti, mettersi tutti la maglietta arancione e partire, anche se c’è qualcuno che si nasconde negli stipetti .

Vabbè estratta Franci dall’armadio siamo pronti per il secondo giorno alla scoperta della città: meta il museo di storia naturale ove ci immergiamo nella storia antica, comntemporanea, vichinga e quant’altro.

Affascinante (fino ad un certo punto – sembra che abbiano collezionato tutto ciò che hanno trovato dai robivecchi talvolta), Manuel ha deciso di trasferirsi qui perchè è pieno di “tante cose” e di centinaia di “quel”, praticamente una discarica di oggetti che a lui piacciono tanto ed infatti fotografa di tutto e di più.


Franci non vuole venire a camminare?

Tra gag e battute (tipo il TV degli anni 60 cui Manuel vorrebbe attaccare il digitale terrestre tramite presa SCART – nata 20 anni dopo), visitiamo il museo arrivando all’ora di pranzo devastati dal cammino e dal caldo che c’era in alcune sale Pranzo presso un simpatico laghetto dove ci spaparazziamo al sole a mangiare e finalmente riposare i piedi.


Ah, che relax…

Una TV “vecia”…

Tutti al museo!

Il pomeriggio saliamo in cima al campanile della città dal quale (dopo 500 e passa scalini) si arriva praticamente in cima e, con un vento alquanto teso ma costante, ci godiamo (chi più, chi meno) il panorama mozzafiato a 360° di Copenhagen!


Qualcuno soffre di vertigini?

In alto, sempre col sorriso!

E chi è già sceso… dall’alto!

Panorama…

dall’alto…

Scesi vivi dalla torre campanaria, il nostro cammino prosegue per un luogo particolare di Copenhagen, l’enclave extra statale di Christiania, luogo dove vivono 700 persone dedite ad una vita molto “free” al di fuori dei normali schemi – dal web:

La storia della Città Libera di Christiania – la Fristad Christiania – inizia nel 1971 quando un gruppo di cittadini decise di occupare una base navale dismessa nel distretto di Christianshavn, a Copenaghen, per cercare di creare condizioni di vita migliori di quelle offerte dalla città. Dopo pochissimo tempo arrivarono gli hippy e gli anarchici, così venne a crearsi una comune autogestita, parzialmente autogovernata e in tutto e per tutto rispondente alle caratteristiche dettate dal movimento hippy, che dagli anni Sessanta in poi si diffuse a macchia di leopardo un po’ in tutto il mondo.

Nulla di particolare ormai, tranne gente un po’ strana che vivacchia per strada con fare incomprensibile ai nostri occhi e “qualche” piantina particolare che cresce qua e la, ovvio divieto di fotografare per cui ci restano solo le emblematiche foto, di per se esplicative, dell’entrata a Christiania


L’entrata nel quartiere di Christiania…

WOW… ma eravamo ancora in Danimarca?

Murales… sulle catapecchie?

Usciti sani e salvi anche da questo strano posto (peraltro non pericoloso per chi l’avesse pensato), ci ributtiamo nella calca della città per andare finalmente a cena (altro buffet dove a prezzo fisso mangi ciò che vuoi) per poi tornare mestamente all’ostello ove una sana doccia ci attende prima delle meritate nanne.


Di nuovo insieme ad Andersen!

Davanti al quartiere Tivoli!

Nanne!!!!!